La valutazione di un portafoglio di NPL è un processo complesso ma essenziale per la valorizzazione degli asset costituiti dai crediti non esigibili. Rappresenta il punto di partenza da cui hanno origine e si strutturano le successive strategie di gestione e recupero.

Un nuovo inizio per la valutazione degli NPL

Tuttavia l’attività di valutazione è resa difficile dalla natura stessa dei sottostanti: un insieme fortemente disomogeneo di crediti caratterizzati da uno scarso set informativo (inteso come numero di variabili a disposizione), da elementi principali ed individuali fortemente specifici e da assenza di substrato teorico fondamentale. Infatti, a differenza di quanto è avvenuto per il mercato dei tassi di intesse e delle azioni, che si è fortemente evoluto tra gli anni ’70 e ’90 con modelli teorici a sostegno e valutazione di tali asset (e delle componenti ad essi legati: i derivati), per il mercato degli NPL il supporto teorico e metodologico è tuttora molto contenuto se non inesistente. Risulta oramai assordante l’assenza di letteratura scientifica che definisca teoricamente, e valuti statisticamente, le relazioni che legano le variabili in gioco alla valutazione di ogni singolo loan.

I modelli applicati dai pochi importanti player di mercato per la valutazione di portafogli si basano principalmente su conoscenza diretta e personale delle modalità di recupero, conoscenza esperienziale di fondamentale importanza ma che è utilizzabile soprattutto a causa della rilevante differenza tra prezzo di acquisto del portafoglio degli NPL e prezzo reale e che facilmente può essere messo in crisi a causa di modificate condizioni o di inappropriata valutazione.

A supporto di questa affermazione si possono facilmente verificare le condizioni di pricing circolate o semplicemente proposte nei deal degli ultimi anni, la difficoltà con cui le banche valutano il proprio portafoglio e la difficoltà e la lunga tempistica legata alla “due diligence” degli stessi da parte dei potenziali compratori.

In questa situazione di molteplicità di posizioni e scarsità di informazioni per identificarle, dare una valutazione precisa è un lavoro arduo.

Tuttavia un approccio teoricamente fondato e statisticamente valido è possibile, sfruttando la struttura e la natura stessa dell’NPL e fornendo una valutazione non solo dell’intero portafoglio, ma anche del singolo prestito.

Una strada alternativa per la valutazione degli NPL

Fino ad oggi, la valutazione degli NPL partiva dall’assunto di considerare l’intero portafoglio come un’unica posizione (credito), le cui caratteristiche sono la media, più o meno pesata, delle caratteristiche individuali di ogni singolo loan.
Sulla base di questi valori aggregati, e confrontandoli con la storia di recupero di crediti passati, veniva fornita una valutazione dell’intero portafoglio. Questo tipo di approccio, basato sull’analisi descrittiva delle variabili aggregate, se da una parte ha il pregio della semplicità e velocità, dall’altra ha il difetto di non considerare (travisare) le due dimensioni principali di un portafoglio:

  • La dimensione individuale: il portafoglio è costituito da un insieme distinto di crediti, ognuno con una storia e caratteristiche differenti, e che quindi avrà intrinsecamente un differente valore atteso di ripagamento. È quindi evidente che una corretta valutazione di un portafoglio non può che partire dal suo elemento costitutivo, il singolo loan.
  • La dimensione delle informazioni a disposizione: la valorizzazione di un set informativo scarso. In un mercato caratterizzato da una forte asimmetria informativa, l’informazione in sé, ed il suo utilizzo, rappresentano la discriminante tra il successo ed il fallimento. Aggregando i singoli crediti a livello di portafoglio si perde variabilità nei dati, e con essa la ricchezza informativa che ne sarebbe contenuta: cioè le differenze tra le caratteristiche che rendono ogni sinoglo laon unico e specifico.Se organizzate in un modello teoricamente fondato e statisticamente valido, le informazioni individuali permettono non solo di identificare valutazioni più precise, ma anche di discriminare tra i differenti prestiti, valorizzando al massimo le informazioni disponibili.

I punti di forza di un approccio così costruito possono essere riassunti in:

  • Controllo dell’errore statistico: ogni valutazione si discosta dal valore reale per una componente di errore. Se questa si basa su un modello teorico ben specificato e costruito, l’errore è il più piccolo possibile e soprattutto è casuale (ha cioè una distribuzione normale), compensandosi reciprocamente. Questo nella valutazione dell’intero aggregato non succede.
    [per ulteriori dettagli e dimostrazione matematica di questa affermazione si veda “Nota tecnica sulla valutazione degli errori”]
  • Industrializzazione del processo di valutazione: la disponibilità di un modello matematico permette una velocità di valutazione di portafogli di gran lunga superiore alla valutazione puntuale o per sottoinsiemi; una identificazione delle migliori strategie di gestione per singola posizione ed in definitiva una rilevante riduzione dei costi di valutazione e di gestione.
  • Implementazione di strategie puntuali e specifiche per singolo loan: riconosciute le caratteristiche peculiari di ogni singlolo prestito, e costruita una sua valutazione individuale, è possibile definire ed implementare strategie sfruttino le caratteristiche più sensibili, ottenendo così una migliore gestione.
  • Ranking: il processo di ordinamento delle operazioni, fondamentale per una prioritizzazione della gestione delle posizioni, è reso più efficace ed efficiente perché avviene tenendo conto delle probabilità che la risposta del cliente sia positiva e non si basa unicamente sul valore che questi deve nei confronti del creditore.
  • Cartolarizzazione: la scelta delle posizioni da inserire nelle possibili cartolarizzazioni dei crediti avviene su una base formalmente e matematicamente rilevante permettendo quindi di identificare puntualmente sia il rendimento atteso della cartolarizzazione, ma anche la sua effettiva rischiosità.

In una realtà sempre più competitiva, dove il successo o il fallimento di una transazione (operazione) si misura sulla corretta valutazione del portafoglio e dei suoi rischi, è centrale sviluppare le capacità di utilizzare in modo corretto tutte le informazioni disponibili applicando metodologie statisticamente corrette e matematicamente robuste.

 

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